Arrivato alla 16ª edizione, L’Artista che non c’era si ripropone come un concorso diverso. E i motivi sono tanti. A cominciare dal fatto che in un mondo sempre più votato alla superficialità di giudizio, riuscire a fare un lavoro di valorizzazione sulla musica italiana attraverso la gestione di questo concorso è un’impresa non da poco. Non si tratta infatti di un’iniziativa portata avanti da una manciata di persone, qui è tutta la “casa” de L’Isola (una realtà che si occupa di musica italiana dal 1996) che entra in gioco nei prossimi mesi. Ascolti, riascolti, scelte che vengono condivise tra gli oltre cinquanta collaboratori e una folta giuria esterna, dai primi di febbraio fino al 28 giugno, data della giornata finale al CPM di Milano.
E anche nel 2019 saranno due le sezioni in cui ci si potrà iscrivere. Una chiamata “Generale”, dove si accede con brani cantati (sia in italiano, dialetto o qualsiasi lingua internazionale) ed una “Strumentale”, appositamente creata per ospitare i compositori/gruppi di musica strumentale che, indipendentemente dal genere (fingerstyle, jazz, blues, elettronica, contemporaneo, classico, acustico, etnico, pop, rock, prog, ambient….) scelgono di esprimere la propria creatività senza l’ausilio di un testo. I vincitori di quest'ultima sezione saranno due e i loro brani entreranno direttamente nell’audioteca nazionale del progetto CO2, l’iniziativa del CPM che in collaborazione con Siae e Ministero della Giustizia ha lo scopo di educare all’ascolto e dare sollievo all’interno delle carceri italiane.
Un’altra particolarità di questo Premio sono i molti bonus che vengono messi in palio. Non solo per il vincitore, ma anche per finalisti e semifinali.
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